Non voglio morire…

Ognuno incanala le proprie frustrazioni come meglio o peggio crede, da cosa pensate che derivi l’attaccamento morboso per il calcio, l’estremismo politico, l’erotomania, il bere smodatamente, etc.?
Ora la domanda dovrebbe essere: da dove nasce questa frustrazione?
La mia dal fatto che un giorno non ci sarò più.
NON VOGLIO MORIRE.

 

 

…a proposito di Halloween

Ecco, vorrei dire due parole e non più su questa pagliacciata della serata di Halloween. Ma volete smetterla una buona volta di trovare scuse per festeggiare qualcosa che in primis non conoscete ma soprattutto che appartiene ad altre civiltà?
Questa appropriazione indebita di usi e costumi altrui per il mero scopo di cazzeggiare è davvero ridicola, non solo…offende anche quella che è la radice di un rito.
La verità è che l’americanizzazione – in molti casi anche inconscia – è davvero entrata a far parte della coscienza delle masse. Fatela finita. Siete ridicoli. Ridicoli nel vestirvi a maschera, penosi nel festeggiare qualcosa che non conoscete a fondo, patetici nel celebrare un rito di cui non vi passa neanche per la mente di conoscere le radici.

Sogno di una bestia…

Sognare felini e canidi rende lieto il mio spirito. Sono unghie dell’anima, denti di bianco splendore che squarciano gli attriti sempiterni della memoria.
Sognare di un cane che resuscita mi rende lieve il cammino, dolce il respiro, come un balsamo fedele che cura la straziata anima, giullaresca reliquia respirante.

momento 1

Se mentre accendo una sigaretta fisso una bottiglia vuota di birra sul televisore vecchio posato a terra vedo una natura morta meccanica e post-moderna.
Se mentre faccio il primo tiro e il primo sbuffo di fumo addolcisce la lampada mi sembra di realizzare il crepuscolare momento perfetto, piccolo ma perfetto.

criticare…

Sarò io a non capire (anche se dubito) ma questo vizio che hanno molti, ossia di guardare determinate trasmissioni televisive solo ed esclusivamente per criticarle, mi sembra assurdo nonché inutile. E’ vero che il nemico bisogna conoscerlo per combatterlo ma il tempo che utilizzate per far ciò non lo potreste sfruttare meglio? Magari facendo qualcosa che vi arricchisca spiritualmente e culturalmente? Oppure forse non avete un tubo da fare e vi nascondete dietro la critica per non ammettere che, in fondo, quelle trasmissioni le guardate con piacere. La vostra critica sembra solo una giustificazione. Penoso.

Gelidi volti…

Gelidi volti di petali assorti, di sussulti irrisolti, di suoni coinvolti,
sull’altare del suono il sax avvolge le tenebre, erette ardenti, ancora frementi, vivide assenti…
un poeta, un viso asciutto, esploratore in tutto, guarda pietre e obelischi, alture e crocifissi…
le menti di tutti esplora, nessuno escluso, avare ingorde sente le corde esposte ma forse…forse informi
lacunose poste di star fermi soli, istanti fermi, orizzonti interni, ossimòri fermi.
Magiche pozioni erette al largo di un labbro, formano un faggio.
Sussulti mi pervadono, silenziosi, uggiosi, timorosi…, un altare sconcio, un azzurro raggio…
Strade sterrate da elfi nichilisti assaggiano cadaveri che sostengono i seni e i coseni dell’avvenire, del nitrire umano equino…
Strade autonome, invidiose, ardenti….strade immonde, lussuriose, latenti.
Se poggiassi le mie labbra sull’anfratto più osceno feconderei il partigiano della luce, della voce, della strada spruzzata di sacro sperma…feconderei l’unico istante d’amara follia.
La bobina impazzisce e denota una versione colorata della dipartita, infinita intristita retorica da spaventapasseri…
Jazzando con la notte ho scritto più di un blues atroce, un blues feroce, dannoso allo spartito, un blues che è un guaito d’un cane triste, afflitto sconfitto derelitto ….atroce fendente sul capo dell’innocente.
Se un indigeno d’amianto invaderà un sogno mentre cantano le donne d’Algeri, le sirene dell’Esercito non della Salvezza ma del non esser nulla, saranno i parti osceni dell’utero maligno, arcigno, lacerato dal ghigno sogghigno beffardo d’un silenzioso azzardo.
Se i grilli stuprano i davanzali inzuppati di liti domestiche e dinoccolati ballano un valzer viennese su strade con segnaletiche a zanne di mammuth…forse la preistoria nel senso di prima della storia, ritornerà fosca e attonita come un triste presagio di inettitudine del martello e non dell’incudine.
Se la luna ulula per scontare un karma, una luna ramata amata annientata, stolta luna di misericordia mediocre e informe, io paziento sul mare grigio mentre un gufo scanna un topo…
Dormo sulle rune
Dormo con le dune, sole streghe…
Stacco dalla fronte un brandello di carne…goodnight al mostro…al vostro mostro, riarso assorto, sazio, tedioso rospo di un immenso atroce vizio che si chiama…
Libertà.